Art in Progress – Alessandro Malossi e i Draghi Gemelli
Chi mi segue su Instagram saprà già di cosa sto parlando.
Il progetto Art in Progress è un’iniziativa che ho lanciato per avvicinarmi al mondo degli artisti e degli influencer attivi soprattutto su Bologna e Milano.
Quello che faccio è semplice: studio il profilo e l’attività della persona in questione, cerco di capirne lo stile, le tendenze e la personalità che traspare dai suoi post; fatto questo, contatto l’artista presentandomi per chi sono, un orafo artigiano di Bologna, ed espongo la mia idea per un gioiello personalizzato, unico e su misura per loro, una delle mie creazioni che possano indossare.
Così facendo possono mostrare al mondo che nell’epoca della tecnologia seriale, il lavoro artigianale è ancora in grado di toccare il lato più umano della bigiotteria e della gioielleria fatta a mano.
Non serve una macchina per realizzare qualcosa di valore, e adattarsi ai gusti e capire le persone è e rimane un compito che un artigiano deve saper svolgere.
Alessandro Malossi - Artista italiano
Per questo progetto ho contattato Alessandro Malossi e gli ho proposto un’idea che uno dei suoi post di Instagram mi aveva suscitato: draghi. Difficile trovare qualcuno a cui non piacciano i draghi, e Alessandro non ha fatto eccezione.
C’era solo da decidere che tipo di draghi fare… E ho deciso di non puntare ai “soliti” uroboro, bensì a qualcosa di pendente, in modo che la coda e la testa cadessero verso il basso, e li volevo con un effetto particolare, che si intrecciassero con l’orecchio rimanendo comunque visibili.
Camuffando l’ago facendolo passare attraverso il lobo mi ha portato a trovare un modo per distribuire il peso, visto che comunque sono due draghetti di un certo peso: ecco dunque i due cerchi, le spirali in cui i corpi dei draghi si snodano, ben aderenti al lobo che lasciano la possibilità a chi li indossa di stringere o allargare l’orecchino.
In questo modo il peso non si concentra su un unico punto ma interessa una maggiore porzione dell’orecchio, distribuendo il carico e rendendoli meno pesanti da indossare.
Era la prima volta che realizzavo un’opera del genere. Non ho usato stampi con ossi di seppia o sagomature prefatte, ma solo olio di gomito, o di polpastrello in questo caso, e parecchio lavoro di modellatura.
Sono partito come al solito dalla testa del drago, poi l’intreccio del corpo con le creste e gli artigli, e per ultima la coda, prima di passare alle rifiniture, costituite in questo caso da delle semplici striature sul corpo e le zanne. Le mie mani si muovevano seguendo il mio pensiero, realizzando l’immagine che avevo in mente pezzo dopo pezzo.
Credo non ci sia soddisfazione maggiore per chiunque si diletti nella creazione artigianale, che vedere la propria idea prendere forma davanti a sé.
Non nego che il processo sia stato piuttosto difficile per me, soprattutto nella parte finale dove mi sono trovato a saldare molti pezzi, e a ogni pezzo aggiuntivo aumentava il rischio di far staccare qualcosa, o fondere l’intero orecchino.
Si tratta infatti di un gioiello in argento, materiale iperconduttore, e se ci aggiungiamo la forma rotonda del tutto… Beh, il rischio che il calore si spandesse troppo velocemente era molto alto. Con un buon mix di fortuna, pazienza e mano ferma, sono però riuscito a portare a termine il tutto senza tragedie in corso d’opera.
Ringrazio Alessandro per l’opportunità di diffondere ulteriormente l’arte orafa e la collaborazione con il nostro laboratorio artigianale, e invito tutti a non perdervi le prossime creazioni, sempre targate Beg Oreficeria.
Per vedere le storie in cui produco passo passo questi orecchini personalizzati, seguitemi su instagram @beg.oreficeria
Condividi questo post
- 0 commenti
- Tags: Argento, art in progress, artigianale, bologna, drago
← Articolo più vecchio Articolo più recente →