Non sei di Milano, vero? - Anello Bolocollection
"Non sei di qua, vero?"
Accidenti, mi hanno beccata. Vivo a Milano da quasi tre anni, e ho perso il conto della gente che mi ha sentito dire due frasi e ha sorriso trionfante, identificando la mia natura decisamente non meneghina.
"Eh, si sente?"
"Un po', non hai proprio un grande accento milanese. Direi più emiliano, ci ho preso?"
Sorrido. Questo gioco lo faccio sempre volentieri.
"Indovinato. Ma riesci anche a capire di dove?"
"Eeeeh, adesso è difficile... Poi per me siete tutti uguali come accento..."
Il mio sorriso si trasforma immediatamente. Sgrano gli occhi, alzo le sopracciglia, metto su una pantomima offesissima come se avesse provato ad insultare i miei antenati.
"Tutti uguali???" Allungo la mano sinistra, mostrando con orgoglio il mio BoloRing, con le Due Torri che sfidano sprezzanti l'ignoranza lombarda. "Parli con una che porta l'anello di Bologna al dito, e mi osi dire che siamo tutti uguali?"
Ovviamente scherzo. Il mio patriottismo e il mio sangue puro bolognese (siamo risaliti di sei generazioni sull'albero genealogico e non siamo riusciti a trovare un ramo che si sia allontanato più di Monteveglio) li uso soltanto per momenti di goliardia, per fare un po' di scena.
Così come l'eterna faida con Ferrara, il finto disprezzo per la Romagna, la presunta supremazia del tortellino sul cappelletto.
In università ho passato due anni a intavolare discussioni fintamente accese con una mia compagna di corso proveniente dalla bassa modenese.
I nostri colleghi hanno assistito coi popcorn a infinite discussioni su cosa sia veramente la tigella, o sulla forma primigenia della crescentina, e noi ci siamo divertite un sacco a difendere il nostro modo diverso di chiamare la stessa cosa.
Però su una cosa non scherzo: ho davvero l'anello di Bologna al dito.
Non risiedo nel capoluogo emiliano da quasi cinque anni, tra una cosa e l'altra. Prima a Tokyo, poi a Milano, le mie radici sono rimaste al loro posto ma il mio fusto si è allungato, i miei rami si sono protesi, e ormai torno a Bologna per le feste, o sporadicamente, quando i turni del lavoro me lo consentono.
Ne soffro? Non troppo. Amo la mia città d'origine, i suoi scorci medievali, il suo accento accogliente e caldo, la sua cucina strepitosa e senza eguali. La amo, ma è un amore libero, non ci limitiamo l'un l'altra, lei sa che vado con altre città e io accetto i suoi difetti senza cercare di cambiarla. Viviamo in una relazione a distanza serena e soddisfacente.
E il suo pegno, il nostro patto, lo porto sempre al dito. Perché è solo quando abbiamo il terreno saldo sotto di noi che possiamo spiccare meglio il volo.
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Questo anello è stato realizzato dal laboratorio orafo artigianale che online si chiama Begoreficeria.
Questo è uno dei gioielli da donna e da uomo che fanno parte della collezione di gioielli ispirati a Bologna. Tutti i gioielli, sia in oro che in argento, sono artigianali realizzati a mano e quindi sempre pezzi unici.
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